ANDARPERMONTI – LA TESTIMONIANZA DI PAOLO AL X° INCONTRO NAZIONALE CDO SPORT 2018

Durante l’incontro annuale, questo anno è il decimo, delle Associazioni iscritte alla Compagnia Delle Opere (CDO) Sport, svoltosi nella bella location di Marina di Massa (MS) dal 21 al 24 giugno, un nostro socio ha presentato un filmato relativo ad una delle attività della società Il Delfino, il Gruppo Escursionistico Andarpermonti.

Durante la breve proiezione il nostro socio ha presentato anche la testimonianza che vi riproponiamo integralmente a seguire.

 

Il gruppo escursionistico Andarpermonti

Buongiorno, io sono Paolo e faccio parte del gruppo escursionistico Andarpermonti.

Nel 2005 un gruppo di genitori, dell’associazione sportiva “Il Delfino”, al termine del periodo scolastico si ritrova con una domanda :”cosa possiamo fare per evitare che i nostri figli adolescenti passino l’estate a cazzeggiare? Cosa possiamo mostrare loro di interessante che li affascini?” La risposta in un tentativo: le “Gite in montagna di una intera giornata”, come descriveranno in seguito i primi volantini.

Dovendo guardare al reale, cioè a ragazzi che con tanti ormoni in circolo e pochi neuroni accesi, ci orientiamo subito verso gite abbastanza lunghe, con qualche difficoltà e magari con qualche tratto attrezzato (ferrate). Non possiamo però dimenticare i genitori poco allenati, per cui pensiamo a percorsi differenziati per difficoltà ma che abbiano lo stesso punto di partenza e un punto di ritrovo comune per l’Angelus ed il pranzo; poi si rientra tutti insieme.

La formula funziona ma gli anni passano, i figli sono all’università fuori città, rimangono i genitori e bisogna ripensare al senso di quello che stiamo facendo. Nelle riunioni scopriamo che alcuni di noi hanno degli amici o conoscenti che si rendono disponibili a farci da guida per scoprire la “bellezza” del territorio friulano. Questo è l0biettivo che ci siamo dati ora, almeno fino a quando la “realtà” non ci interrogherà in maniera diversa.

Mi fermo qui, non serve aggiungere altro, mentre scorrono le immagini delle gite, se non raccontarvi brevemente quella che è stata la mia esperienza personale in questo cammino.

Quando mi sono aggregato, fin dall’inizio di questa storia, al gruppo avevo già maturato una buona esperienza di montagna, mi muovevo con sicurezza ma ero sempre da solo e puntavo alla prestazione (l’escursione più lunga, la ferrata più difficile, l’arrampicata più esposta, il tempo di percorrenza più veloce).

Iniziando ad organizzare le gite del gruppo, lentamente, qualcosa in me cambia.

Portare gente in montagna implica una responsabilità nella “guida”, ma non solo; ormai quelli che porto con me nelle gite di Andarpermonti sono amici e inizio a pensare alla gita da proporre non come “una cosa figa da fare” ma si fa largo in me la voglia di condividere con  questi amici la “bellezza” che ho incontrato sulle montagna. Ogni gita che propongo la provo prima da solo e, durante il percorso, inizio ad accorgermi che nel procedere non ho negli occhi solo il bosco, i prati, le rocce e i torrenti ma mi appaiono sempre più frequentemente i volti delle persone che penso di portare e mi scopro a pensare :“qui forse Silvana si ferma ma, con un aiuto, riesce a passare” oppure :“qui bisogna che gli adulti si fermino e facciano passare i bambini uno alla volta”. L’attenzione all’altro si fa strada, la prestazione non è più fondamentale anche se rimane, ridimensionata, come obiettivo di allenamento e preparazione; non è più lo scopo principale ma è parte del nuovo scopo: condividere con gli amici la bellezza incontrata sui monti.

Il mio cammino continua, sui monti e nella vita, senza badare troppo alle diversità di idee con chi farà un pezzo di strada con me, ma con la sensazione, sempre più forte, che in questa compagnia ci sia una possibilità “buona” anche per me.

Grazie

Paolo